INFERTILITA’ FEMMINILE CAUSATA DA OCCLUSIONE TUBARICA
Intervento chirurgico o fecondazione assistita?
Definiremo in questa sede se in caso di infertilità femminile e di diagnosi di danno/occlusione di una o entrambe le tube, sia più vantaggioso effettuare un intervento chirurgico per tentare una riapertura delle tube oppure aderire ad un programma di fecondazione assistita.
Innanzitutto specifichiamo che un danno tubarico si verifica nel 25-35% dei casi di infertilità femminile, con circa la metà di questi casi dovuto ad infiammazione/occlusione della tuba.
Viene diagnosticato attraverso un’esauriente raccolta di informazioni della paziente, valutando esami ematici e dosaggi ormonali ed effettuando esami specifici strumentali come un’ecografia pelvica, un’isterosalpingografia, una sonoisterosalpingografia, un’isteroscopia diagnostica e/o una laparoscopia.
Il danno può verificarsi sottoforma di:
- Occlusione tubarica nel tratto iniziale, intermedio o finale della tuba
- Dilatazione tubarica nel tratto iniziale, intermedio o finale della tuba
- Danno tubarico da altri fattori (aderenze all’interno dell’addome, endometriosi, infezioni addominali)
I chirurghi ginecologi – e, tra questi, solo gli esperti in chirurgia tubarica mini invasiva- dovrebbero attentamente valutare ogni singolo caso, ed in base alle caratteristiche della paziente con danno tubarico ed impossibilità ad affrontare una gravidanza, decidere se indirizzare tale paziente verso un trattamento di procreazione medicalmente assistita o verso un trattamento chirurgico per il ripristino della pervietà tubarica.
PRO & CONTRO DELLA CHIRURGIA TUBARICA E DELLA PROCREAZIONE ASSISTITA
La maggior parte dei dati della letteratura sulla chirurgia tubarica è stata pubblicata da chirurghi estremamente esperti nella procedura, per cui non si può applicare un’ uniformità di giudizio destinata a tutti i ginecologi, in quanto non tutti risultano ferrati in tal senso.
A seconda dei casi tuttavia, le percentuali di successo delle tecniche di fecondazione assistita possono essere più alte rispetto a quelle garantite dalla sola chirurgia tubarica.
Possiamo, comunque, così sintetizzare vantaggi e svantaggi di entrambe le procedure:
Procreazione medicalmente assistita:
Vantaggi: una buona percentuale di successo per ciclo di trattamento e procedure meno invasive;
Svantaggi: costi elevati, terapie ormonali molto frequenti, possibilità di gravidanze multiple, frequenti monitoraggi e controlli ecografici, rischio di sindrome da iperstimolazione ovarica.
Chirurgia tubarica:
Vantaggi: consiste in una singola procedura, tra l’altro mini invasiva (laparoscopia o robotica) ed effettuata in day surgery, dà la possibilità di tentare un concepimento spontaneo ogni mese, non comporta nessun rischio legato e terapie ormonali;
Svantaggi: chirurgia che richiede manualità e precisione, quindi conseguente difficoltà a rintracciare chirurghi preparati nel campo della chirurgia tubarica, complicanze post intervento (sanguinamenti, infezioni e ogni altra complicanza legata alla sala operatoria), aumento del rischio di gravidanza extrauterina, percentuale di successo di gravidanza inferiore rispetto alle tecniche PMA
HA SENSO QUINDI SOTTOPORSI A CHIRURGIA TUBARICA INVECE DI ADERIRE AD UN
PROGRAMMA DI FECONDAZIONE ASSISTITA IN CASO DI DANNO ALLE TUBE?
L’ articolo 4 della legge 19, febbraio 2004, n.40 recita: “Il ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita è consentito solo quando è
accertata l’impossibilità di rimuovere altrimenti le cause impeditive della procreazione”.
In definitiva, resta fondamentale il colloquio con un ginecologo che consenta alla paziente di ragionare su tutte le tecniche esistenti , chirurgiche e mediche, e che possa scegliere insieme a lei la strada più vantaggiosa.
La chirurgia tubarica ha senso se chi la esegue ha le capacità di garantire un beneficio; in caso contrario, le percentuali di riuscita di gravidanza sono superiori effettuando una fecondazione assistita.
Nei prossimi articoli tratteremo:
TECNICHE CHIRURGICHE IN CASO DI TUBE CHIUSE