In questo articolo parliamo di un argomento toccante, delicato e terribilmente odioso: la violenza sessuale. Potremmo aprire infiniti dibattiti su quanto una violenza sia eticamente deplorevole, oltre che fisicamente e psicologicamente scioccante per la vittima. Purtroppo,un solo articolo del blog non basta per sviscerare ogni singolo, triste aspetto di questa ignobile azione. Oggi proverò, come di consueto, a darvi qualche notizia tecnica sulle procedure da seguire.
Cosa devo fare se sono stata vittima di violenza sessuale?
Dove devo andare e a chi devo rivolgermi?
Cosa devo aspettarmi?
Innanzitutto, la prima cosa da fare è recarsi al più vicino presidio ospedaliero. Devi sapere che esistono protocolli ben precisi che ogni struttura sanitaria dovrebbe seguire, addirittura vi è un apposito kit – il cosiddetto kit rosa – da utilizzare quando una paziente denuncia un abuso a carattere sessuale.
Ricorda, quindi, che hai il diritto essere assistita in ogni passaggio che riporterò qui di seguito.
Accoglienza
L’operatore che ti prenderà in cura dovrà porre massima attenzione ai seguenti particolari:
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Ambiente – hai il diritto di essere accolta in un luogo appartato e riservato.
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Atteggiamento – l’operatore dovrà porsi in modo rassicurante, disponibile all’ascolto, non frettoloso.
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Movimenti – durante le visite l’operatore dovrà limitare le procedure e gli spostamenti a quelli strettamente necessari.
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Chiarezza – l’operatore dovrà offrire spiegazioni su tutto l’iter della visita.
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Segnalazione alle autorità – l’operatore potrà procedere alla segnalazione d’ufficio solo dopo averti informata dei suoi doveri.
Anamnesi della violenza sessuale
Dopo aver creato un ambiente consono alla situazione, l’operatore deve riportare con precisione il racconto della vittima sulla violenza sessuale subita utilizzando il seguente schema:
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data, ora e luogo dell’aggressione;
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numero degli aggressori, specificando se gli stessi erano conosciuti o meno;
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eventuali notizie sull’aggressore/i;
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eventuale presenza di testimoni;
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minacce con o senza lesioni fisiche, furto, presenza di armi;
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ingestione di alcolici o altre sostanze;
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perdita di coscienza;
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eventuale sequestro in ambiente chiuso e durata dello stesso;
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riportare se la vittima è stata spogliata integralmente o parzialmente;
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riportare se la vittima ha subìto penetrazione vaginale e/o anale e/o orale unica o ripetuta, penetrazione con oggetti, uso di preservativo, avvenuta eiaculazione, manipolazioni digitali.
Esame obiettivo e ginecologico
Esattamente, in cosa consisterà la visita? Sarà necessario da parte del ginecologo:
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Riportare il tempo intercorso tra la violenza sessuale e la visita.
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Riportare l’eventuale pulizia delle zone lesionate o penetrate, il cambio degli slip o di altri indumenti, l’eventuale minzione, defecazione, vomito o la pulizia del cavo orale.
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Segnalare l‘assunzione di farmaci.
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Segnalare i rapporti sessuali avvenuti prima o dopo l’aggressione.
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Riportare i sintomi fisici segnalati dalla paziente.
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Riportare i sintomi psichici manifestati, quali paura, orrore, stordimento o altri sintomi non strettamente fisici.
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Cercare e descrivere tutte le lesioni presenti, specificando la sede, l’aspetto, le dimensioni, la forma e il colore.
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Segnalare la presenza di lesioni traumatico-contusive recenti, come ad esempio arrossamenti, escoriazioni, soluzioni di continuo superficiali o profonde, aree ecchimotiche, arrossamenti e via dicendo.
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IMPORTANTE! Visitare la paziente nella sua totalità.
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Riportare l’ultima mestruazione e la contraccezione utilizzata.
Kit ginecologico o kit rosa
Ho accennato prima ad un vero e proprio kit ginecologico dedicato, chiamato kit rosa, da utilizzare esclusivamente nelle circostanze di riferita violenza sessuale.
Il kit è composto da:
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Nr. SEI vetrini per la ricerca di spermatozoi. Almeno tre di essi vanno utilizzati per i prelievi vaginali (fornice ed endocervice), gli altri per eventuali prelievi da altre sedi (ano, orofaringe, cute). Ogni vetrino deve essere fissato con citofix e deve riportare per iscritto la sede del prelievo.
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Nr. QUATTRO tamponi per la ricerca di Clamidia – Gonococco – Trichomonas – Germi comuni.
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Altri tamponi per raccogliere materiale biologico come sperma, saliva, sangue od altro.
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Antibiotici per la profilassi delle malattie a trasmissione sessuale: Ceftriaxone (Rocefin) 250 mg 1 fiala i.m; Azitromicina (Azitrocin) 500 mg 2 cp per monosomministrazione per os; Metronidazolo (Flagyl) 250 mg 3 cp per monosomm. per os.
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Contraccezione postcoito: Levonelle o Norlevo 2 cp.
Conclusioni
Ci tengo a precisare che quello che ho descritto è un protocollo di massima. Infatti ogni presidio puó decidere di adottare delle piccole variazioni, anche semplicemente in base al singolo caso.
Tieni presente, inoltre, che quello descritto è un esempio di inquadramento standard soprattutto dal punto di vista ginecologico e di prima assistenza. A queste procedure dovrà ovviamente seguire un adeguato supporto psicologico e naturalmente il coinvolgimento delle forze dell’ordine, per tutti gli adempimenti del caso.