“Meglio un taglio controllato, così evitiamo lacerazioni e la testa viene fuori più velocemente!”
Questi i concetti che hanno portato nel corso degli anni ad effettuare sistematicamente un’episiotomia durante il parto.
E’ un vero e proprio taglio dell’introito vaginale, effettuato al momento dell’espulsione della testa fetale, in verticale o in diagonale verso sinistra o destra.
Vorrei dire che sono recenti gli studi che suggeriscono di non applicarla sistematicamente, ma in realtà è da anni ed anni che non se ne raccomanda l’uso sistematico.
Si tratta di una manovra che non previene affatto le lacerazioni vaginali spontanee durante l’espulsione del feto – anzi, può peggiorarne l’esito – e metterla in atto non velocizza affatto il parto.
L’uso non è bandito, ma andrebbe confinato solo a casi selezionati, come la necessità di un parto operativo con ventosa ostetrica, l’eventualità di parto distocico, ecc. e quando possibile va discussa preventivamente con la paziente la possibilità di applicazione.
Una volta effettuata però, richiede una tecnica di sutura di importanza fondamentale per fare in modo che i piani vaginali incisi non abbiano esiti caratterizzati da inestetismi o deficit funzionali (di posizione, urinari, sessuali, defecatori).
Per approfondire l’argomento, ho parlato di episiotomia anche in questo articolo.