MECCANISMI DI COMPARSA DELL’ ENDOMETRIOSI
Al giorno d’oggi le ipotesi di comparsa dell’endometriosi sono ancora in fase di studio, ma sono stati compiuti molti passi in avanti per definirne l’origine ed i potenziali fattori di rischio.
Alcune ipotesi che elencherò sono assolutamente affascinanti, pubblicate in recenti ricerche scientifiche, che delineano quanto ancora di sconosciuto ci sia su questa malattia.
1. La mestruazione retrograda
La mestruazione retrograda è tra le prime teorie storicamente proposte per spiegare i meccanismi di comparsa dell’ endometriosi; presuppone che il tessuto endometriale che si ritrova in addome, quindi non solo all’interno della cavità uterina, sia diffuso per via di una certa quota di sangue mestruale che, in seguito alla mestruazione, passa attraverso le tube e si disperde nel resto della cavità addominale.
Questo accade perchè, contrariamente a quanto si crede, le tube non comunicano direttamente con le ovaie, ma presentano una porzione libera in addome attraverso cui il sangue mestruale può transitare.
Considerazioni:
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La mestruazione retrograda si verifica in una percentuale che oscilla tra il 76 – 90% delle donne sane e con tube aperte, ma non in tutti questi casi si presenta l’endometriosi.
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La teoria della mestruazione retrograda attraverso le tube non spiega il riscontro di endometriosi in ragazze in età prepubere, in neonate, o addirittura negli uomini.
2. La trasformazione cellulare
Viene definita tecnicamente come Metaplasia Celomatica.
Questa teoria ipotizza che un tessuto endometriale o simil-endometriale si sviluppi al di fuori dell’utero partendo da alcuni gruppi cellulari che fanno parte di altri organi o apparati e che, sotto l’influenza di stimoli ormonali o immunologici oppure per via di una componente genetica, si trasformano in tessuto endometriale.
Considerazioni:
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Tale teoria potrebbe spiegare la presenza di endometriosi nelle donne in età prepubere.
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Non spiega perchè tale trasformazione, che parte da determinati tessuti o apparati che tutti abbiamo ( ad esempio il peritoneo) non si verifichi indistintamente in tutte le pazienti.
3. Produzione ormonale
Come l’endometrio normale, anche le lesioni endometriosiche rispondono agli stimoli degli ormoni femminili, estrogeno e progesterone.
In particolare, gli estrogeni contribuiscono allo stimolo ed alla crescita dell’endometrio e contemporaneamente delle lesioni endometriosiche.
Mentre però gli effetti degli estrogeni sull’endometrio vengono bilanciati dal progesterone, le lesioni endometriosiche sembrano presentare una resistenza all’azione del progesterone.
Questo squilibrio causa una libera crescita ed evoluzione delle lesioni endometriosiche.
Considerazioni:
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Questa teoria ipotizza che sia già presente in addome un tessuto endometriale derivante da una mestruazione retrograda, ma abbiamo visto che non tutte le donne con mestruazione retrograda presentano endometriosi.
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Se il meccanismo di comparsa fosse soltanto uno squilibrio ormonale, in toria basterebbe riequilibrare la quota di progesterone per arrestare l’evoluzione delle lesioni endometriosiche. Purtroppo, invece, la sola terapia progestinica non ferma l’endometriosi.
4. Infiammazione e cicatrizzazione delle lesioni endometriosiche
Considerata già per certa la presenza di tessuto endometriale o simil-endometriale in addome, in localizzazioni diverse dall’utero, questa teoria presuppone che le pazienti con endometriosi presentino livelli di liquido libero e di ferro in addome superiori alla norma, dovuti ai continui sanguinamenti delle lesioni endometriosiche.
Le cellule endometriosiche reagiscono con liquido addominale libero e ferro generando una zona di infiammazione che si cicatrizza, causando una retrazione di alcuni tessuti quali ad esempio quelli intestinali, urinari e genitali.
Considerazioni:
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Questi meccanismi non si verificano in tutte le donne affette da endometriosi; durante gli interventi di laparoscopia per endometriosi si è notato che la quantità o l’entità delle lesioni endometriosiche non corrispondevano ai sintomi descritti dalla paziente. Dunque, non tutte le pazienti presentano liquido libero in addome o una quota di ferro libero maggiore.
5. “ La mestruazione nascosta”
La mestruazione nascosta è una delle più recenti ed affascinanti teorie sulla patogenesi dell’ endometriosi. In teoria l’endometrio di un neonato di sesso femminile non è pronto per poter rispondere agli stimoli ormonali che causano il ciclo mestruale, nonostante gli alti livelli ormonali ( in particolare il Progesterone) presenti durante la gestazione nel
corpo materno.
Un recente studio europeo ha rilevato che nel 5% dei nati di sesso femminile si verifica una mestruazione “neonatale”, con risposta endometriale a stimoli ormonali come se le ovaie e l’endometrio si trovassero già in una fase “adolescenziale”.
Il sangue mestruale, seppure in esigua quantità, non viene però fuori dalla vagina, ma si deposita in addome.
Questo evento, quasi sconosciuto finora e probabilmente passato inosservato nel corso degli anni in quanto non precedentemente indagato, potrebbe essere responsabile della presenza di tessuto endometriale fuori dall’utero, quindi dello sviluppo di endometriosi in donne prepubere o in pazienti che già dal primo ciclo mestruale presentano endometriosi.
6. La teoria ReTiar
Acronimo di Repeated Tissue Injury and Repair, sta a significare un danno tissutale ripetuto ed una continua riparazione.
In base a questa teoria si suppone che il sangue mestruale che si deposita in addome attraverso le tube, sommato alla presenza di alcuni tessuti che effettuano una trasformazione cellulare diventando tessuto simil endometriale, reagisca ciclicamente insieme ai cicli mestruali ingrossandosi e sanguinando.
Il sanguinamento delle lesioni endometriosiche sparse in addome richiama piastrine e fattori della coagulazione e riparazione tissutale, come se fosse una vera e propria ferita che inizia a chiudersi.
Considerato che questo processo avviene ciclicamente in corrispondenza dei cicli mestruali, nelle zone colpite si assiste periodicamente ad una retrazione e cicatrizzazione tissutale, che di conseguenza attira e rende meno mobili o alterate le strutture su cui si appoggia ( un esempio è l’endometriosi ureterale, che comporta diminuzione della mobilità dell’uretere).
7. L’origine embrionale
Ogni organo ha la sua origine e differenziazione nel periodo della organogenesi, durante la formazione del feto.
Probabilmente, alcune cellule deputate alla creazione del tratto genitale, dell’utero, del setto retto vaginale e delle ovaie, nel corso dell’organogenesi e per via di fattori ambientali o genetici si differenziano in cellule che successivamente creano delle zone simil- endometriali nel coros; in questi casi l’utero, le ovaie e l’endometrio rispondono agli stimoli ormonali propri del ciclo mestruale, causando dolore e retrazione tissutale.
8. Un tumore benigno?
L’ipotesi prevede che l’endometriosi non sia una patologia progressiva, ma che le lesioni endometriosiche sparse in addome siano da sempre lì, alcune volte inattive e altre volte attivate in base a vari stimoli.
Se questa teoria è giusta, il comportamento delle lesioni endometriosiche sarebbe più simile a quello di un tumore benigno che solo occasionalmente viene riscontrato e che, se rispecchia determinate caratteristiche, resta delle stesse dimensioni e presumibilmente per sempre inattivo.
D’altra parte, questa teoria mette in risalto che non sia stato ancora chiaramente dimostrato come una vera e propria progressione delle lesioni endometriosiche passi da lieve a severa e quindi da asintomatica a sintomatica.
9. Nuove caratteristiche dell’endometriosi
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Alcune lesioni endometriosiche causano dolore durante le mestruazioni, ovviamente a seconda della loro localizzazione ( intestinale, vescicale, ovarica, etc). Un motivo di studio è il fatto che circa il 6% delle lesioni, piccole o grandi che siano, localizzate indistintamente su altri organi o apparati, non causi alcun sintomo.
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Solo un esiguo 1% delle lesioni endometriosiche presenta una rapida progressione da lesione di grado lieve a severa. Non è ancora chiaro perchè alcune non progrediscano o non siano sintomatiche.
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Si suppone che durante la gravidanza l’eventuale progressione delle lesioni endometriosiche si arresti, dato che il ciclo non è presente. Troppo spesso viene suggerito alla paziente di affrontare una gravidanza per arrestare l’endometriosi temporaneamente, ma la letteratura recente riporta una casistica di lesioni endometriosiche che si sono aggravate durante la gravidanza, causando perforazioni intestinali o urinarie.
CONSIDERAZIONI FINALI
Tra le ipotesi storicamente valide – alcune confutate e altre sotto i riflettori – si comprende quanto di sconosciuto ci sia ancora sulla malattia dell’endometriosi e quanto impegno sia ancora necessario da parte degli specialisti del settore.
Essendo una patologia così eterogenea, multifattoriale e complessa, sottolineo ancora una volta come un corretto inquadramento, una diagnosi e la conseguente terapia medico-chiururgica debbano essere valutate solo con l’aiuto di un ginecologo specializzato in endometriosi.
Nei prossimi articoli parleremo di:
SINTOMI, DIAGNOSI E TERAPIA DELL’ENDOMETRIOSI