Definizione

Il carcinoma della cervice uterina è un tumore della sfera genitale femminile, che stima circa 3500 nuovi casi all’anno, ma fortunatamente con una mortalità che negli ultimi 20 anni si è ridotta quasi del 50%. Statisticamente, la fascia di età maggiormente colpita rientra tra i 55-65 anni, ma sono registrati casi di pazienti più giovani o anche in gravidanza.
La riduzione della comparsa del tumore è stata possibile grazie all’attivazione di programmi di screening ad ampio spettro, per l’identificazione delle lesioni precancerose responsabili dello sviluppo del tumore della cervice uterina.

La comparsa, presenza e sviluppo del tumore è strettamente legata alla positività per un’infezione da virus del papilloma umano; ne esistono molti ceppi, divisi in basso ed alto rischio oncogeno.

La presenza dell’infezione da HPV da parte di un ceppo ad alto rischio oncogeno, e quindi la sua persistenza, causa una trasformazione cellulare a livello della cervice uterina, in particolare in una zona cosiddetta “ zona di giunzione”, al limite tra la parte interna ed esterna dell’ingresso del collo dell’utero.

Sintomi

In generale, un’infezione da HPV, la nascita di una lesione precancerosa, o la trasformazione in vero e proprio tumore della cervice uterina non danno sintomi in particolare. Occasionalmente nelle zone di trasformazione cellulare può essere osservato un cambiamento in termini di spessore, arrossamento, talvolta erosione ed ulcerazione, che quindi come unico sintomo possono causare piccoli e ripetuti sanguinamenti, magari in occasione di visite ed ecografie ginecologiche, o rapporti sessuali.
Il riscontro di un’infezione da HPV in atto o di una lesione precancerosa è possibile solo con un esame cellulare della porzione iniziale del collo dell’utero.

Fattori di rischio

Il responsabile dello sviluppo di carcinoma della cervice uterina è il virus del Papilloma umano (HPV). Per cui la presenza di questo ceppo virale è condizione necessaria, e la presenza di tale infezione è di solito possibile per una trasmissione legata ai rapporti sessuali.
Si stima che circa 8 donne su 10 sessualmente attive siano affette da un’infezione da HPV, e che ovviamente i partners di sesso maschile ne siano inconsapevoli portatori.
Di conseguenza, tra i fattori di rischio più comuni, ritroviamo i rapporti sessuali e l’eventualità di cambio frequente di partner. Anche il contatto tra le zone genitali può essere veicolo di contagio, in assenza di rapporto sessuale completo.
C’è da dire che la maggior parte delle infezioni da HPV regredisce spontaneamente, e che solo una parte è responsabile dello sviluppo del carcinoma della cervice uterina

Diagnosi

Gli unici strumenti tramite i quali si è in grado di effettuare una diagnosi di infezione da HPV o di una lesione precancerosa o di un tumore della cervice uterina sono legati al prelievo cellulare nella zona d’ingresso del collo dell’utero, l’orifizio esterno.
I prelievi si eseguono in maniera assolutamente indolore, tramite l’utilizzo di uno speculum per la visualizzazione della cervice uterina. Un tampone, una spatola o uno spazzolino (citobrush) vengono in contatto con l’orifizio cervicale e ne prelevano il materiale cellulare.
Il contatto, salvo in caso di lesioni già evidenti o ulcerate, non causa dolore o sanguinamenti. Sono disponibili al giorno d’oggi tecniche come Pap test, Thin prep, SUREpath, HPV-DNA test

In caso di positività di infezioni da HPV, lesioni precancerose, o stadi iniziali di tumore della cervice uterina, le indagini possono essere completate con una colposcopia seguita eventualmente da biopsia, con escissioni chirurgiche dei porzioni del collo dell’utero o con interventi escissionali più estesi, dipendentemente dai casi.

Lo Screening

Al giorno d’oggi aderire autonomamente ad un programma di screening per il carcinoma della cervice uterina, partecipare ai programmi di screening regionali, o sottoporsi regolarmente ad un PAP test dal proprio ginecologo sono le armi vincenti per portare ad una riduzione del rischio di sviluppo di patologia tumorale.
La prevenzione può essere effettuata tramite due strade:

  • Prevenzione primaria: vaccinazione HPV, previene le lesioni precancerose

  • Prevenzione secondaria: screening con PAP test, identifica e tratta le lesioni precancerose

carcinoma della cervice uterina

PAP TEST

Individua le lesioni precancerose presenti sul collo dell’utero.
Non individua il ceppo di HPV responsabile
Si effettua senza l’ausilio di gel o soluzioni lubrificanti, in quanto potrebbero alterare il campione. Si posiziona uno speculum vaginale al fine di visualizzare il collo dell’utero. A livello dell’orifizio cervicale si effettua un prelievo per contatto di uno spazzolino, un tampone o una spatola. Si deposita poi il materiale su vetrino a fresco, e fissato su di esso con una soluzione nebulizzata.
In caso di risultato di tumore della cervice uterina in fase attiva, ma asintomatico, è necessario completare le indagini in tal senso, in quanto il PAP test è una metodica per l’identificazione delle lesioni precancerose, non di diagnosi di tumori cervicali in atto.

HPV-DNA TEST

Metodica paragonabile a quella del PAP test, prevede quindi un prelievo per contatto a livello dell’orifizio cervicale.
In questo caso però si andrà ad indagare nei confronti della presenza di infezione da PapillomaVirus (HPV)
La positività di questo test indica la presenza di PapillomaVirus, e ne identifica tipologia e carica virale, potendo fornire un ‘indicazione sul ceppo virale presente e sulle possibilità di sviluppo di lesioni cellulari del collo dell’utero che preludano a tumori della cervice.
Il solo test HPV-DNA fornisce una sicurezza di gran lunga maggiore rispetto al PAP test nei confronti della ricerca di lesioni precancerose.

THIN PREP

Metodica paragonabile a quella del PAP test, prevede quindi un prelievo per contatto a livello dell’orifizio cervicale.
Il contatto in questo caso viene effettuato con uno spazzolino, un citobrush, che preleva le cellule orifiziali e periorifiziali, depositando poi il campione non più su vetrino ma in una soluzione liquida.L’immersione in soluzione liquida permette di salvaguardare il campione, il numero di cellule prelevate, consentendo una maggiore accuratezza diagnostica.
Può indagare nei confronti delle infezioni da HPV ad alto rischio oncogeno.

VACCINO HPV

✓ il Gardasil®, rivolto contro quattro tipi di virus HPV (vaccino quadrivalente): due di questi virus sono tra i responsabili del tumore del collo dell’utero (16 e 18); gli altri due (6 e 11) sono responsabili dei condilomi genitali;
✓ il Cervarix®, efficace contro i due tipi di HPV (16 e 18) che sono tra i responsabili del tumore del collo dell’utero (vaccino bivalente);
✓ il Gardasil 9®, vaccino 9-valente che oltre ai tipi 16, 18, 6 e 11, protegge anche dall’infezione dei tipi ad alto rischio 31, 33, 45, 52, 58. Si stima che i sette tipi oncogeni causino l’89% delle neoplasie anogenitali HPV-correlate e l’80% delle lesioni precancerose di alto grado.