Non parliamo più di acque rotte
Anche se legata alla tradizione, cerchiamo di abbandonare insieme la terminologia della rottura delle acque. Il liquido amniotico ha caratteristiche cellulari ben precise e non è acqua. Inoltre, ciò che si rompe è il sacco amniotico che contiene il feto, causando la fuoriuscita di liquido amniotico.
Presta attenzione al benessere vaginale
È stata dimostrata una stretta correlazione tra infezioni genitali/vaginali e il rischio aumentato di rottura delle membrane amniotiche, a qualunque epoca della gravidanza.
Sicura che si tratti di rottura delle membrane?
Circa nel 20% dei casi, la rottura delle membrane viene smentita. Più spesso la paziente riferisce perdite mucose o viscose, confondendole con liquido amniotico. Quindi, non aspettarti inevitabilmente un ricovero in caso di perdite vaginali simili a liquido amniotico.
Presta attenzione alle perdite
Tieni a mente oppure annota l’orario preciso in cui credi di aver visto la prima fuoriuscita di liquido amniotico dalla vagina. Quest’informazione è importante, indipendentemente dall’epoca di gravidanza, ed è necessaria per il ginecologo a stabilire una tempistica adeguata per terapie antibiotiche che riducano l’insorgenza di rischi per la madre o per il feto.
Rottura alta o eccentrica delle membrane amniotiche
A volte sentirai parlare di rottura alta delle membrane amniotiche, o di rottura eccentrica. In questi casi si fa riferimento a una rottura del sacco amniotico in una zona lontana dal collo dell’utero, che spesso non comporta una continua fuoriuscita di liquido amniotico. In questi casi, può capitare che le membrane si chiudano di nuovo in modo spontaneo.
Rottura non vuol dire parto
La rottura spontanea delle membrane amniotiche e quindi la perdita di liquido amniotico non sempre corrispondono all’inizio del travaglio di parto. Non aspettarti di partorire immediatamente e non confondere quest’eventualità con l’inizio del travaglio di parto. Può trascorrere del tempo, dipendente anche dall’epoca di gravidanza in cui si verifica la rottura.
La rottura delle membrane amniotiche non va confusa con il travaglio di parto.
Il liquido amniotico può variare
Variazioni delle caratteristiche del liquido amniotico non devono portarti a pensare che il benessere del feto sia compromesso. A volte si possono avere variazioni solo transitorie o che comunque non richiedono una nascita urgente.
Trattamento farmacologico per la rottura delle membrane amniotiche
Il trattamento farmacologico è importante. Non pensare che la quantità di antibiotici o farmaci in generale in uso nei protocolli di rottura delle membrane siano dannosi per te o per il feto. Le raccomandazioni terapeutiche sono, infatti, il risultato di approfonditi studi e protocolli presenti in letteratura. Esse servono per scongiurare un pericolo di gran lunga maggiore della somministrazione stessa dei farmaci: la sepsi materna o fetale conseguente ad eventuale infezione intra-uterina (corionamnionite).
Ascolta le opinioni dei tuoi medici
Non demonizzare o confondere l’induzione farmacologica al travaglio di parto con una eccessiva medicalizzazione del parto, apparentemente non necessaria. Se il personale ostetrico-ginecologico al quale ti sei rivolta decide di promuovere farmacologicamente l’insorgenza del travaglio, vuol dire che le tue condizioni o quelle del feto lo richiedono. Oppure, semplicemente, secondo i protocolli internazionali di gestione della rottura delle membrane, il tempo intercorso dalla prima perdita di liquido amniotico richiede di iniziare a promuovere la nascita.
Attenta ai rischi
I rischi di una permanenza di un feto in un utero con membrane amniotiche rotte sono di gran lunga maggiori della semplice induzione farmacologica al travaglio di parto. Discuti con il personale, valuta le opzioni e decidi per il tuo benessere e quello del tuo bambino.
Mi faranno il taglio cesareo?
Non sempre la perdita di liquido amniotico o un cambiamento delle sue caratteristiche necessitano di un taglio cesareo. Richiederlo non cambierà probabilmente le scelte del personale ostetrico-ginecologico, in quanto le linee guida internazionali supportano fortemente l’opzione del parto vaginale rispetto a quella del taglio cesareo.